scoglieraRAGUSA – Quante volte, passando per le strade, notiamo scheletri di cemento o edifici vecchi e abbandonati. Quelle strutture sono lì oramai da tanto tempo che addirittura non ci facciamo più caso, passano inosservate ai nostri occhi. Eppure per ogni edificio abbandonato o una struttura incompiuta c’è una storia dietro legata all’abusivismo edilizio, alla mancanza di fondi per il completamento dell’opera stessa e via discorrendo. Perché tutte queste strutture non passino inosservate, abbiamo deciso di fare un giro lungo la costa ragusana partendo da Ispica fino ad arrivare a Donnalucata, frazione di Scicli.
 distilleriacasa pozzallo
Durante il tragitto in alcuni casi ci siamo addentrati anche nei centri abitati, per esempio a Pozzallo, per immortale una vecchia distilleria appartenuta a dei nobili (l’immobile è così grande da occupare due vie). La struttura, ubicata proprio di fronte la stazione di Pozzallo, risulta essere in uno stato precario, alcune parti sono a evidente rischio di cedimento. Prima di arrivare a Pozzallo si trova un agglomerato di appartamenti, alcuni sono incompleti da anni ed è davvero un brutto spettacolo da vedere. Continuando per la litoranea si arriva nel comune di Scicli, la prima frazione è quella di Sampieri dove insorge una struttura i cui lavori sono sospesi da diversi anni.
 centro sportivocasa sampieri
Lì doveva nascere un Centro sportivo turistico con annesse piscine e palestre, ma dal 2009 tutto è fermo. Pare che il proprietario abbia avuto dei problemi di salute e abbia quindi deciso di mettere tutto in vendita. Sempre a Sampieri, proprio di fronte al caratteristico porticciolo, vi sono i resti di una casa crollata dodici anni fa proprio a ridosso di una scuola elementare. Il paradosso è che proprio a margine delle macerie è stato previsto un parcheggio per disabili. Andando da Sampieri verso Donnalucata è impossibile non notare l’edificio imponente che si trova proprio sul mare. Quello un tempo era un noto ristorante, oggi è solo una struttura pericolante con una protezione da cantiere precaria e non debitamente segnalata, e molti hanno cominciato a utilizzarla come discarica abusiva.
 riviera
Per finire abbiamo concluso il nostro tour a Donnalucata dove non si può non parlare dell’hotel Riviera chiuso ormai da circa vent’anni. Questa struttura rappresenta l’habitat ideale per topi e insetti, ma la cosa molto grave è che sul retro insiste un tetto di eternit oramai sfaldato dalle intemperie ed è un luogo dove vanno a giocare molti bambini oltre al fatto che accanto vi sono delle abitazioni.
Quello delle eterne incompiute o degli edifici pericolanti è un tema sempre aperto, spesso queste strutture rappresentano uno scempio dal punto di vista dell’impatto ambientale e paesaggistico, ma la cosa ancora più grave è quando diventano un pericolo per la pubblica sicurezza dei cittadini. Sovente sono edifici di privati che, per un motivo o per un altro, non riescono a completare i lavori cominciati e quegli edifici rimangono scheletri per decenni e decenni.
Nel caso della scogliera di Cava D’Aliga ogni anno, in prossimità dell’estate, si parla di un possibile abbattimento dell’edificio o addirittura di una ristrutturazione dello stesso, negli anni passati c’è stato un tentativo, da parte di privati, di riprendere la struttura, ma la capitaneria ha bloccato i lavori per mancanza delle dovute autorizzazioni. Qui adesso i residenti di Cava D’Aliga sono intenzionati ad avviare una raccolta firme per chiedere al primo cittadino di Scicli di farsi carico dell’abbattimento della “Scogliera”: “Siamo preoccupati – ci hanno detto durante il nostro reportage fotografico – per l’incolumità dei nostri figli, poi il posto è talmente suggestivo che sarebbe fantastico riportarlo al suo stato naturale”.

“Se un edificio è a rischio segnalarlo ai Vigili urbani”SCICLI (RG) – Ma deve intervenire la pubblica amministrazione quando si trova di fronte un edificio pericoloso sia dal punto di vista strutturale che sanitario? Lo abbiamo chiesto al responsabile della protezione civile di Scicli, Ignazio Fiorilla. “Quando si è di fronte ad un edifico pubblico pericoloso per la pubblica sicurezza – spiega Fiorilla- occorre prontamente fare una segnalazione ai Vigili urbani del comune in cui l’edificio ricade. La Pm effettua un primo sopralluogo e se ritiene che la segnalazione risulta essere fondata, deve intervenire per mettere in sicurezza l’area attraverso l’intervento dei Vigili del fuoco che sono chiamati a valutare il grado di pericolosità della struttura. In caso di pericolo immediato di crollo si può procedere all’abbattimento dell’edificio previa diffida del proprietario quando si tratta di immobili privati”.
“In ogni caso – continua Fiorilla- il primo cittadino di una città ha la responsabilità della pubblica sicurezza e sanitaria dei cittadini, quindi può chiedere lui stesso l’intervento immediato quando ritiene che sia in pericolo l’incolumità delle persone”.
È un po’ come avviene per i muri a rischio frana a bordo strada, le sterpaglie che possono provocare incendi o gli alberi che partono da un terreno privato e rischiano di cadere su un’area pubblica. In questo caso la pubblica amministrazione diffida il proprietario a svolgere i dovuti lavori, se quest’ultimo non provvede la pubblica amministrazione si sostituisce a lui fa i lavori e lo multa. Sovente questa procedura non viene applicata perché la pubblica amministrazione non ha le risorse economiche per intervenire.

Di Carmelo Riccotti La Rocca
dal Quotidiano di Sicilia del 28 Giugno 2013