Erano le ore 9:00 circa del 30 Settembre 2013 quando arriva in redazione la notizia di uno sbarco di immigrati a Sampieri. Il barcone arenato nel mare compreso tra Pisciotto e Sampieri, forse c’è qualche morto.

Trascorre un’oretta di tempo e la notizia dei morti viene confermata, i morti saranno una ventina, ci dicono. Poi “per fortuna” furono solo 13. Un migrante fu ricoverato in gravi condizioni a Catania. Una donna, meno grave a Modica, al “Maggiore”. Un’altro viene investito da un’auto pirata sulla Modica-Marina di Modica mentre assieme ad altri compagni di viaggio si era incamminato in cerca di chissà cosa.

Il 30 Settembre dello scorso anno fu una brutta giornata per Scicli, per la provincia di Ragusa, per la Sicilia e per l’Italia tutta.

Nel primo anniversario della tragedia la Parrocchia di Sampieri  sente il dovere di ricordare questo luttuoso evento insieme alla Comunità eritrea di Catania con diverse manifestazioni. Qui il programma:

Alle ore 16:00 si farà la visita al cimitero di Scicli con la deposizione di fiori sulle tombe delle vittime.

Alle ore 17:30 si terrà la celebrazione eucaristica di suffragio per i defunti eritrei nella chiesa nuova di Sampieri.

Alle ore 18:30  sulla spiaggia di Sampieri si accenderanno dei lumini dove è avvenuto lo sbarco.

Se i morti sono stati solo 13 e non di più è stato grazie al coraggio di alcuni volontari, primi fra tutti i bagnini delle strutture balneari di Sampieri Alberto Proietto e Davide Roccasalva, e anche del Maresciallo Carmelo Floriddia.

“Volevamo salvare più persone possibili”, raccontano i due bagnini ai giornalisti nelle ore e nei giorni successivi alla tragedia, e ancora oggi, a distanza di un anno i due fanno fatica a dimenticare quegli occhi che chiedevano “aiuto”.

Vogliamo ri-pubblicare qui sotto assieme alle foto il racconto fatto proprio dal bagnino Davide Roccasalva.

sbarco sampieri (9) sbarco sampieri (8) sbarco sampieri (7) sbarco sampieri (6)sbarco sampieri (4) sbarco sampieri (3) sbarco sampieri (2) sbarco sampieri (1) Morti a Sampieri

 

 

<< Quando hai trascorso tutta la stagione senza entrare mai in acqua per effettuare un salvataggio, poiché hai sempre fatto sorveglianza e prevenzione, mi viene difficile pensare che proprio l’ultimo giorno di lavoro, giorno 30 settembre 2013, possa accadere qualcosa,visto e considerato che la spiaggia e’ tutta vuota. Purtroppo non fu cosi. Avevo aperto il lido Pata Pata da poco più di un quarto d’ora ero solo in una spiaggia di circa 1,5 km, quando all’improvviso dinnanzi lo specchio acqueo a circa un 800 mt avvistai in mezzo alle onde del mare 4 ,causate dal vento di scirocco, un  barcone di circa 15 mt pieno a zeppa di persone tutte di colore. Potevano essere 200 o trecento, tantissime.

Mi dissi subito o DIO mio questi clandestini sono. Subito la prima cosa che ho fatto e pensato, misi in pratica gli insegnamenti del mio Maestro del corso Fabio Biagio Fidone, Direttore SNS Sezione di Ispica-Pozzallo. Chiamai subito la Capitaneria di Porto comunicando cio’ che stavo vedendo e subito dopo afferrai il mio baywatch e mi misi a correre per circa 1 Km, poiche’ questa era la distanza tra dove lavoro e lo specchio acqua dello sbarco. Appena arrivato trovai una scena agghiacciante.

Decine e decine di persone erano in mare e tante di loro annaspavamo. Ci ritrovammo in tre, percio’ ci buttammo in acqua e incominciammo a uscire persone. Incominciai con donne e bambini che si trovavano proprio davanti a me per poi proseguire con gli uomini che stavano piu’ in la, ma purtroppo il tempo che ne recuperavo uno altri 2 annegavano sotto i miei occhi. Il salvataggio e’ stato molto difficoltoso poiche’ c’era il mare 4 con un forte vento di scirocco e una forte corrente che trascinava a mare aperto. Dopo tre ingressi in acqua e aver recuperato persone ero sfinito, ma non mi davo per vinto, infatti sono entrato altre 4 volte.

Sono riuscito a salvare 3 persone e questo mi avrebbe dovuto dare una certa soddisfazione, ma purtroppo non e’  cosi.

Ho troppa rabbia perche’ non sono riuscito a salvare tutti. Nella mia mente ho ancora il ricordo di quelle persone che non lottavano piu’ e si lasciavano annegare e quando li andavo a recuperare vedevo quegli occhi ancora spalancati che mi fissavano,ed erano pieni di sofferenza. Non e’ giusto che tanti ragazzi della mia eta’ non ce l’abbiano fatta.

Sono stato molto onorato nel ricevere telefonicamente i complimenti dal Presidente della Societa’  Nazionale Salvamento Dott. Prof. Marino Giuseppe, ma vorrei fare un invito, e cioe’ addestrare e  preparare tutti i bagnini, sopratutto quelli del sud, per affrontare nel modo migliore queste situazioni  anche psicologicamente ,che purtroppo non si presentano come un classico salvataggio, ma molto  piu’ complesso, e come sappiamo tante volte la prevenzione e la preparazione salvano molte piu’  vite>>.