da La Sicilia

di Carmelo Riccotti La Rocca

Ancora fumata nera per lo sfratto della proprietà di Contrada Trippatore di Giorgio Occhipinti e acquistata all’asta dalla società agricola Trippatore Srl. Per la quinta volta consecutiva è stato disposto il rinvio dell’esecuzione, stavolta non si sono registrate azioni eclatanti, ma non sono mancati momenti di tensione. Foltissima, anche in virtù di quanto accaduto la volta precedente (con il nipote di Giorgio Occhipinti che si è cosparso di benzina), la presenza delle forze dell’ordine con il coordinamento del dirigente del commissariato di Modica Corrado Empoli.

Motivo dello scontro, ancora una volta, quello che gli avvocati dell’esecutato definiscono un pasticcio del Tribunale di Ragusa che, da una parte, ha omologato il piano di sovraindebitamento per dare la possibilità a Giorgio Occhipinti di saldare il debito con i creditori, dall’altra parte ha venduto il bene all’asta. “Mi sento vittima di una ingiustizia – continua a ripetere Occhipinti- voglio solo che un giudice mi dica cosa devo fare, se pagare i debiti o lasciare la proprietà, nel caso in cui si decida per quest’ultima opzione mi aspetto il risarcimento dei 30 mila euro che ho pagato in 10 mesi, e sarò io stesso a consegnare le chiavi agli acquirenti”.




I legali di Occhipinti, Giannone e Iemmolo, hanno cercato di fare leva su due importanti novità che, secondo gli stessi, avrebbero dovuto suggerire una ulteriore sospensiva: il decreto con cui il giudice dell’esecuzione ha fissato una udienza il prossimo 1 ottobre per discutere il ricorso presentato dalla parte esecutata, e le indagini della procura di Catania, che ha avocato a se le indagini dopo la richiesta di archiviazione della procura di Ragusa, su un episodio che riguarda proprio l’asta della tenuta in questione. Che ci fosse un esposto per turbativa d’asta si è più volte detto, ma adesso è arrivato l’avviso di conclusione indagini disposto dal Pubblico Ministero Sabrina Gambino che vede indagata la persona incaricata dalla società a partecipare alla procedura esecutiva per l’acquisto del bene.

Secondo quando riportato nell’avviso, il soggetto incaricato dell’acquisto, avrebbe prospettato a Giorgio Occhipinti la possibilità di non presentare l’offerta, se quest’ultimo avesse pagato la somma di 15 mila euro, concordando il versamento in tre soluzioni, così da consentire allo stesso Occhipinti di usare ancora la proprietà posticipando la vendita, minacciando lo stesso di procedere alla presentazione della busta se non avesse dato un acconto di almeno 5 mila euro.

Per l’incaricato all’acquisto i reati contestati sono estorsione e turbativa d’asta, adesso.

Avendo in mano un titolo di esecuzione, l’ufficiale giudiziario, in assenza di altre disposizioni del giudice e sollecitato dalla parte acquirente rappresentata dall’Avvocato Di Paola che invoca il diritto del suo assistito di appropriarsi di un bene legittimamente acquisito, ha disposto l’apertura del cancello chiedendo l’intervento di un fabbro che al suo arrivo, si è trovato di fronte un muro di persone chiamate a raccolta da Mariano Ferro dei Forconi.

Alla fine le parti hanno convenuto per il rinvio al 17 luglio, in questo lasso di tempo i legali di Occhipinti sperano che almeno venga accolta la richiesta di sequestro preventivo della tenuta in attesa di sviluppi sul procedimento penale.